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Dico sul serio!

Chi pratica questo sport può confermarlo: Bolina, traverso, orzata, poggiata… Imparata la teoria, si è subito in acqua a giocare.
Si accelera, rallenta, si corregge la rotta, e soprattutto, ci si diverte!

Tutto molto semplice, finché non si mette di mezzo il vento.

E si, perché il vento, quando è forte, ti butta giù dalla tavola, ti porta dove non vuoi andare, rende difficile qualsiasi manovra.

Per non parlare delle raffiche, arrivano all’improvviso, quando meno te lo aspetti, tu sei lì che combatti per stare in pieni, per non doverti nuovamente tirare su, con i muscoli che bruciano nella ricerca della stabilità, e lì arriva la raffica.

E ti butta di nuovo giù.

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Mentre sei in acqua in queste condizioni ti guardi sempre intorno, vedi se ti stai allontanando troppo, controlli qual è la migliore soluzione possibile per tornare in spiaggia.

Ed è lì che vedi gli altri, quelli più bravi, che sfrecciano davanti a te andando al largo.

Ma dove vanno?!
Non vedono il vento?!
Non sanno che è pericoloso?!

In effetti però loro, a differenza tua non cadono. Eppure, il vento c’è, ed è forte!

La differenza, è che loro lo sfruttano per andare più forte. Sono abituati ad essere spinti e maltrattati, e nel tempo hanno capito come tenere sotto controllo la vela, e sfruttare quel problema come una risorsa.

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Certo, ogni tanto anche i migliori, qualche bel volo in acqua lo fanno, il vento è sempre il vento, imprevedibile e furioso.

Quello che cambia fra te e loro, è come lo affronti.
Se lo vedi come un problema da contrastare, o se come una risorsa da sfruttare.

Nel lavoro noto sempre lo stesso schema: i problemi arrivano sempre quando meno te lo aspetti. A volte è un grosso progetto che salta, a volte è un collega che ti ruba i meriti, altre volte è una causa esterne. Poco cambia, l’unica cosa che sai è che prima o poi arriveranno, con un intensità variabile, e sta solo a te decidere come affrontarli.

In questi ultimi mesi mi sono impegnato tanto nella pratica del windsurf, e anche nella risoluzione degli imprevisti, qualche callo e cicatrice lo testimonia, e posso dirti che anche io ho capito qualcosa:
Quando stai navigando, e sei lì sereno, devi sempre guardare l’ambiente intorno.
“Ma Marco, sto andando così bene, preferisco guardare l’orizzonte!”

Si, lo so, e guardalo, goditi il viaggio, ma di tanto in tanto, devi sempre guardare l’ambiente.

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Una bandiera che sventola troppo forte, l’acqua che si increspa furiosa, una barca che cambia improvvisamente direzione.
Tutti segnali, che la raffica sta arrivando, e purtroppo, non basta prepararsi, non basta fare gli eroi, non sempre bastano i muscoli.

L’unica cosa che può salvarti, è l’esperienza: A volte bisogna sventare, prepararsi con la vela controvento, e lasciare che questo ci tagli senza spingerci. Altre volte bisogna avere il coraggio (e l’audacia) di cazzare, stringere la vela a noi, contrarre i muscoli, catturare tutto il vento possibile, e prepararsi al decollo.

Buona scoperta,

Marco