Ci siamo passati tutti, per un motivo o per un altro, arriva sempre il momento in cui scopriamo che esiste qualcosa che vogliamo fare o vogliamo imparare. Anche se non lo sappiamo, questo è il primo gradino per imparare qualcosa, è la fase in cui Non sai di non saper fare.
Io non so di non sapere quante stelle ci sono in cielo, non so di non sapere quante ossa ha un dinosauro, non so di non sapere come funziona una centrale nucleare, non so di non saper andare sullo snowboard.
Ma in questo preciso istante, me ne sono reso conto, queste informazioni sono appena rientrate nella mia sfera di consapevolezza.
Ora ho 2 strade, scegliere che non mi importa e passare ad altro, o approfondire e passare alla seconda fase, quella in cui so dell’esistenza della cosa, la provo, e comprendo di non saperla fare.
Prendiamo l’ultimo esempio, quello dello snowboard, so già andare sugli sci, posso pensare che lo snowboard sia simile, provo, e sorpresa…!
Non è affatto come gli sci, e non è affatto facile! Cado di continuo e non riesco a frenare se non rotolando. Eccomi nel pieno della seconda fase. Ora so di non saper fare.

Ma sono caparbio e determinato, vado in settimana bianca, mi alleno ogni giorno e le cadute sono sempre meno, la velocità aumenta.
Si, mi piace, sento padronanza della tavola, e azzardo qualche passaggio più rischioso. Questa è la più pericolosa delle fasi, quella dove il 90% delle persone si ferma, quella caratteristica dei multipotenziali, e quella che genera il classico effetto Dunning-Kruger – «l’errore di valutazione dell’incompetente deriva da un giudizio errato sul proprio conto, mentre quello di chi è altamente competente deriva da un equivoco sul conto degli altri».
Torniamo a noi, alla fine della settimana bianca mi sento un fenomeno, ho guardato qualche video, ho letto qualche articolo, in questa fase sento di sapere tutti i segreti e do consigli agli altri. Ma sono nel pieno della terza fase, Credo di saper fare.
Ma poi torno alla vita di tutti i giorni, mi dimentico della faccenda, e non alleno più questa competenza.
L’anno dopo, quando tornerò fieramente sul mio snowboard avrò una sorpresa: non ricordo molto, devo ripassare tutti i movimenti, e rischio di fare diversi incidenti.

Altri invece vanno con naturalezza come se vivessero con la tavola ai piedi, fanno salti e curve senza prepararsi il movimento, riescono ad andare spediti senza rischiare di essere un pericolo per gli altri.
La differenza fra me e loro? L’esperienza. Il più sottovalutato dei fattori.
In loro il movimento è radicato in profondità, hanno vissuto situazioni di ogni tipo, hanno studiato in varie circostanze, affinato tecniche che io magari non conosco. Non hanno vissuto in condizioni di laboratorio, hanno affrontato situazioni vere, quelle in cui viene fuori chi si è davvero.
Quando mi rendo conto di ciò, mi rendo conto di non essere il fenomeno che credevo, ma di essere nella fase 3. E questa è un enorme fortuna, perché essere coscienti di questo fattore, è il primo passo per migliorarsi ed entrare nella fase 4.
La quarta ed ultima fase, è quella in cui riusciamo ad eseguire qualcosa senza sforzo, senza pensarci. Quella in cui Non sappiamo di saper fare, ma sappiamo fare davvero. Non sappiamo di saper usare lo smartphone, di saper correre, di saper nuotare, di saper guidare l’auto, di saperci allacciare le scarpe. Ma sappiamo farlo, sono gesti che ormai fanno parte della nostra condizione, che svolgiamo con autonomia e naturalezza senza doverci concentrare per farlo.
Questo certamente non vuol dire che non si può sempre e comunque migliore e tendere all’eccellenza.

Dunque, come sapere quando si è davvero bravi in qualcosa? Ovviamente non c’è una formula scientifica, ma io mi baso solitamente su dei principi base:
– Faccio fatica a trovare informazioni nuove anche su libri e corsi specifici?
– Ho delle buone performance e porto risultati tangibili a livello di altri senior?
– Saprei parlare dell’argomento anche ad un bambino, per delle ore, senza prepararmi prima un discorso?
– Sono convinto di non sapere molto perché ho diversi esempi di ispirazione?
Allora probabilmente sono ferrato in quell’ argomento.
In tutti gli altri casi, probabilmente la strada è ancora parecchio lunga.
Spero che questo piccolo articolo possa non solo ispirarti a fare di più e meglio, ma anche darti una migliore considerazione degli altri nelle valutazioni che fai quando metti a paragone situazioni e professionisti.
Come disse Paul Valéry “Un competente è qualcuno che si sbaglia secondo le regole.”
Buona scoperta,
Marco