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Durante la seconda guerra mondiale, un importante tecnico aereonautico, il dott. Jirō Horikoshi, si trovò a che fare con un importante questito:

Tutti gli aerei tornavano con visibili fori alla base delle ali e sulla coda.
La maggior parte del rateo dei colpi nemici veniva assorbito da queste zone, che tornavano come scolapasta. L’esercito prevedendo questa cosa, ordinava appositamente più componenti di ricambio per queste parti.

A quel punto, il Dott. Horikoshi pensò alla soluzione definitiva: Costruì delle protezioni e dei componenti rinforzati, proprio per evitare che questa cosa accadesse nuovamente, e per dare un vantaggio di forza agli aerei alleati.

Questo passò alla storia come il bias di Horikoshi.

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Si è concentrato sui danni degli aerei che tornavano a casa, ma non ha pensato a quelli che non tornavano. Il fatto che gli aerei tornavano tutti con quelle parti danneggiate, dimostrava che in effetti si poteva volare anche con quei danni.
Cosa ben diversa era quando si colpiva l’aereo sulla parte frontale, perché in quel caso, veniva abbattuto.

Le protezioni più importanti dunque non erano quelle da mettere nelle parti danneggiate, ma bensì nelle parti non colpite perché erano evidentemente molto più soggette ai danni gravi!

Quando ho sentito questa storia, non ho potuto fare a meno di notare come anche nel lavoro spenno notiamo solo una parte delle cose a cui dovremmo fare caso.

Ad esempio, notiamo quando un collega fa un errore, ma non pensiamo mai a quante cose vanno per il verso giusto.
Diamo per scontato l’efficienza e le performance senza prevedere errori umani e fisiologici.

Raramente ho visto chi attenzionava il costo dell’incompetenza e degli imprevisti.

Dove mettere quindi un rafforzo?

Io personalmente nel lavoro, raramente cerco di potenziare i punti deboli che non sembrano voler migliorare. Spingo su chi va’ già forte e vuole fare di più.
Premio la diligenza e la precisione che porta alla crescita, eliminando i punti deboli che rischiano di compromettere tutta la catena.

Ci sono correnti di pensiero opposte, che invece dedicano anima e corpo al miglioramento delle carenze per mantenere tutto in equilibrio senza particolari picchi di eccellenza.

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Non so quale sia la cosa più corretta, quello che posso consigliarti però è di riflettere e prendere una decisione cosciente, in modo da non fare l’errore del Dott. Horikoshi , non guardare in maniera microscopica, ma impara ad avere una visione dall’alto.

Solo così puoi migliorare davvero la tua condizione senza avere paura di aver lasciato indietro un dettaglio importante.

È una questione di punti di vista: come gli aquiloni, che pensano che la terra sia attaccata al filo.

Buona scoperta,

Marco