Hey tu!
Mi senti anche se non parlo?
Si esatto, mi stai ascoltando?
Senti di cosa non sto dicendo?
No?
Beh certo dirai…
Non lo sto dicendo!
Eppure ogni giorno vedo amici, clienti, colleghi, che pensano qualcosa e non la dicono, piuttosto rimuginano, perdono tempo e concentrazione, sottostando alla paura del giudizio e dell’insoddisfazione, ma senza chiarire il loro punto di vista.
Questo come sappiamo è pericolosissimo, due punti di vista sono l’unica cosa che può darci profondità e visione, di aspetti che, fermi nella nostra posizione non possiamo vedere, né dunque valutare.
Un sassolino nella scarpa, per quanto piccolo, alla lunga, porta una papola.

Mi capita inoltre spesso di ascoltare imprenditori che pretendono, che i loro clienti già sappiano il perché il loro prodotto è meglio degli altri, l’uso migliore che se ne può fare, la vera motivazione che porta all’acquisto.
E ancora mi capita spesso di vedere colleghi che fanno grossi errori di valutazione nella comprensione della realtà che ha chi c’è dall’altra parte dello schermo.
Nonostante con ricorrenza vengono segnalati errori di comprensione del processo, ai limiti del comico.
Ti porto qualche esempio pratico!
Qualche giorno fa mi scrive un cliente da un sito cliente e partner, con scritto “Non capisco perché non mi fa registrare”, allegando questa foto:

Ora, premesso che concorderò con te sul fatto che delle scritte rosse avrebbero reso il tutto più evidente, c’è letteralmente scritto “email già in uso” e “username già in uso”.
Io credevo fosse uno scherzo, invece questo cliente ha davvero investito del tempo, prima a fare dei tentativi, e poi a contattarci perché continuava a non capire la problematica.
Inutile dire che questo non è stato un caso isolato.
Spero vi rimanga in mente questo esempio quando sottovalutate il colore di un pulsante o la scritta di un input.
Ti porto un altro esempio, ancora più significativo, riguardante lo stesso progetto:
Uno dei nostri competitor si chiama Macingo, abbiamo fatto delle pubblicità su Google per essere trovati quando cercano loro ma fanno errori, ed in sostanza generiamo conversioni da clienti interessati, con parole economiche ma che invece risultano essere performanti (Magingo, Machingo, Maginco, etc, etc….).
Stiamo letteralmente cavalcando l’ignoranza degli utenti nello scrivere correttamente il nome, a riconoscere un risultato sponsorizzato da uno organico, a leggere il link di atterraggio e non solo il titolo.
Potrei dilungarmi ancora per ore con esempi più o meno comico-drammatici, ma vorrei arrivare ad un punto utile.
Ti racconto giusto un ultimo aneddoto:
Proprio settimana scorsa un cliente mi ha detto all’interno di un discorso “Non capisco perché mio figlio non mi ascolta“.
Gli ho chiesto di ripetere, e lui: “Non capisco perché mio figlio non mi ascolta”.
L’ho guardato per qualche secondo, e mi sono reso conto che non ha capito, che la frase era un po’ un controsenso.
Lui non capiva, che per capire suo figlio, era lui a dover ascoltare!
Dava per scontato che suo figlio riconoscesse l’importanza di ascoltarlo, senza mettersi al posto suo, senza immedesimarsi nella sua situazione attuale, senza ricercare il secondo punto di vista che è quello che da una marcia diversa alle situazioni.

Dunque, il consiglio che volevo darti in questo breve articolo, è di sperimentare, prova a dire ciò che dai per scontato, dai una cura diversa alle informazioni che dai, mettiti dall’altra parte e crea empatia, che può permetterti di ottenere dei risultati significativamente migliori nelle tue relazioni e nei tuoi progetti.
Ti troverai problemi in meno, perderai molto meno tempo, ed otterrai vantaggi molto concreti.
Ricorda che sapersi immedesimare significa possedere, oltre al proprio, il pensiero altrui.
Buona scoperta,
Marco